A volte i numeri possono
dirci quanto siamo grassi (il peso di una bilancia), quanto siamo capaci (il
voto di una laurea), quanto siamo distratti (le telefonate perse della
fidanzata), quanto siamo indietro (il punteggio di una graduatoria).
Ma talvolta, gli stessi
numeri ci possono dare una lettura diversa di un fenomeno che è sotto gli occhi
di tutti. Qualche giorno fa, durante un pranzo di lavoro, si parlava di come il
turismo possa essere meglio sfruttato a Castellammare (i commenti del tipo “ma
che pranzi di lavoro fate ?!” non sono graditi).
Teorie su teorie, principi
su principi e criteri che guardano la stratosfera. Ma una domanda nasce
spontanea: ma quali sono i
numeri del “turismo castellammarese ?”

Basti pensare che la
provincia di TP è al 4° posto per flussi turistici dopo le Province di Palermo,
Messina e Catania.

Ma perché il mix 50%-50% determina una graduatoria
più virtuosa e quindi perché la Provincia di TP è solo all’8° posto di 9
Province?
Perché dalle rilevazioni
della Regione Siciliana Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo – Osservatorio Turistico, emerge che la spesa
turistica pro-capite (al giorno) per un turista straniero è di circa 250€ a
fronte di un italiano che spende meno della metà (al giorno).
Quindi, avere afflussi di
“stranieri” sembra essere più proficuo, per un paese/imprenditore turistico, di ospitare degli italiani.
Questo assume ancora più
valore se pensiamo che la spesa di turisti stranieri negli ultimi anni è
aumentata di un piccolo +3% a fronte di una spesa di italiani che è scesa
almeno del -17%.
Quindi, caro turista, sei
bello se parli il francese, il tedesco o
l’olandese….. ci piaci meno se hai uno slang lombardo (tel qui el telun) o
laziale (famo, dimo, semo, etc..).
Ma Castellammare, come si posiziona nella graduatoria delle realtà più
visitate/attrattive della Provincia di TP?

Il dato, se paragonato a
quello del totale Sicilia è circa 0,8% che può sembrare poco ma è un ottimo
risultato (ovviamente migliorabile).
Realtà come San Vito lo
Capo e Favignana fanno da veri driver nel settore turistico, raggiungendo un
ratio pro-capite tra turisti:residenti che vanno da 25:1 di San Vito a 10:1 di
Favignana.
E Castellammare? Migliora la sua classifica, posizionandosi al 4° posto
con un rapporto 3 turisti : 1 residente.
Ciò cosa significa ? Che
il turismo c’è e che Castellammare è un player valido come località turistica. Basti
pensare che nonostante la crisi, Castellammare ha visto aumentare +6% i flussi
di turisti negli ultimi tre anni. Il dato conteggia coloro che si registrano
nelle strutture ricettive quindi, se stimassimo un sommerso di circa il 30% (e
siamo conservativi), allora potremmo pensare che nei fatti la crescita di CMare è di circa +8% all’anno.
Ma cosa ci dicono i
numeri? Beh, facciamo qualche considerazione:

b) i turisti che arrivano e non sono attratti da offerte turistiche
strutturate o che comunque vengono lasciati all’auto-determinismo della spesa, cosa lasciano come ricchezza sul territorio
castellammarese? Beh, visti i numeri, ben poco. Si stima che gli afflussi
di turisti stranieri (e prendiamo loro come esempio perché i più “spendaccioni”),
che ricordiamo essere meno del 30% del totale turisti che arrivano nella
Provincia di TP, lasciano a CMare in un
anno circa 3,5-4 Mln.€ di ricchezza all’anno (con il sommerso arriviamo anche a
più di 5 Mln.€). È ragionevole pensare che su San Vito che è nella stessa
Provincia e per cui valgono le stesse regole di media turisti italiani vs
stranieri, la capacità di attrarre spesa sul territorio è maggiore. Ciò in
considerazione del fatto che si stimano più di 10 Mln.€/anno come spesa
turistica da parte di stranieri, presso gli esercizi turistici di San Vito.


In sintesi (e vi
ringrazio per aver resistito nella lettura):
- Turismo è ancora un asset della Sicilia e del nostro Paese
- CMare attrae turisti e mantiene tale attrazione anche durante il periodo di crisi
- Andrebbero valutate azioni a favore del cambiamento del mix di turisti (più stranieri che italiani) se vogliamo accedere a capacità di spesa maggiori (o comunque gestire meglio l’offerta differenziandola per paese di provenienza)
- Le giornate dei turisti vanno riempite, per farli sentire meno soli, per farli rimanere di più sul territorio, per farli spendere con maggior riconoscimento di valore per le ricchezze del territorio
- Andrebbe differenziata l’offerta turistica in termini di servizi e di ricettività, comprendendo a fondo le differenze di fabbisogni dei turisti per provenienza, età, nucleo familiare, etc.
- Potrebbe essere un plus privilegiare anche partnership con quei paesi della Provincia di TP che vedono un calo di turisti ma che possono fare economie di scopo, privilegiando sinergie della “filiera turistica”.
Se i numeri hanno un peso, allora va fatta qualcosa subito, prevedendo una collaborazione pubblico-privato che diventi virtuosa per il Paese.
Del resto, se i numeri
sono numeri, 100 teste sono più di 1 nel pensare…..ma già 1 sola idea, se
buona, può bastare.
Vado a ripassare le
divisioni a due cifre..... domani c’è compito di matematica !!!