Il primo passo per agire
in un contesto competitivo, come di routine accade nel settore privato, è la
definizione di una strategia che tracci le linee guida per lo sviluppo della
propria organizzazione e dei propri servizi.
Possiamo mutuare questo
criterio ed applicarlo nella gestione della “cosa pubblica”, facendo in modo
che le Amministrazioni locali (e Castellammare in particolare) si dotino di una
loro strategia per condurre le iniziative in maniera più ordinata e soprattutto
avendo valutato granparte dei fenomeni interni/esterni che possano
facilitare/rallentare l’azione comunale.
Il primo passo in questa direzione, che suggeriamo all’Amministrazione castellammarese, è farsi una semplice domanda:“chi voglio essere da
grande”.
Castellammare è collocata in un territorio che nel tempo ha acquisito
una propria identità con nuovi poli turistici, percorsi enogastronomici (es.
via del vino, etc.), tutto ciò spesso a danno o comunque NON a beneficio di
Castellammare.
Cosa è stato fatto per ridurre questo livello di antagonismo sul
territorio ? Forse poco, ma adesso importa sapere cosa si può ancora fare.
La direzione deve essere
quella di ritornare al centro del territorio (del resto si è al centro del
Golfo) e guidare lo sviluppo del proprio territorio, riacquistando una credibilità forse appannata.
Un primo modo per
acquistare credibilità è sicuramente avere idee chiare sul cosa si vuole
ottenere. In questo contesto si inserisce lo strumento del Piano Strategico del
Territorio Castellammarese (PSTC).
Pensiamo ad uno strumento
di pianificazione a carattere volontario finalizzato a costruire una visione il
più possibile condivisa sullo sviluppo di un dato territorio. Costituisce un
approccio innovativo alla pianificazione fondato su concetti quali quello della
flessibilità rispetto alla rigidità degli strumenti tradizionali,
competitività, e coordinamento fra gli attori, come mezzo più adeguato ad
affrontare la complessità dei problemi che caratterizzano un dato territorio.
La pianificazione
strategica può quindi essere intesa come processo di costruzione di una visione
condivisa dell'evoluzione del territorio, realizzata attraverso l'integrazione
a rete di istituzioni e attori differenti, di diverse competenze disciplinari, attraverso
uno sforzo di interpretazione delle tendenze territoriali prospettiche, la
partecipazione e l'impegno dei cittadini e le discussioni pubbliche. In altre
parole indica come obiettivo centrale la costruzione di un consenso stabile
intorno ad una meta condivisa, se non da tutti gli attori, da un numero
rilevante di essi .
Il Piano Strategico del
Territorio Castellammarese dovrà avere un ruolo di coordinamento sinergico tra
le politiche, le programmazioni e le strategie di sviluppo, identificando
chiaramente le più tipologie di domanda:
- domanda di marketing territoriale;
- domanda di definizione del vantaggio competitivo nei confronti di altri territori (territorio agro-ericino, territorio alcamese, etc.);
- domanda di cooperazione degli attori sociali, economici, culturali per fare rete nella definizione-attuazione delle iniziative;
- domanda di regolazione dei processi, delle relazioni funzionali ed economiche del sistema produttivo locale.
Aspetto determinante del Piano
Strategico del Territorio Castellammarese sarà quello di creare partenariati stabili fra enti pubblici nonché fra soggetti pubblici e soggetti privati, con la
relativa assunzione delle reciproche responsabilità, e il confronto continuo
con la collettività castellammarese e gli attori attraverso idonei strumenti di
pubblicizzazione e comunicazione.
In via preliminare è
possibile suggerire alcuni criteri guida nella elaborazione del Piano
Strategico del Territorio Castellammarese:
- approccio integrato tra le componenti ambientale-territoriale, economica e sociale;
- coerenza delle azioni rispetto alle criticità individuate;
- ricerca di soluzioni esemplari ed innovative;
- efficacia dei risultati attesi (attenzione alla fattibilità dei progetti);
- ottimizzazione della leva finanziaria attraverso la ricerca di forme di cofinanziamento pubblico e partenariato pubblico – privato.
Dotarsi di un Piano
Strategico del Territorio Castellammarese non è solo un esercizio di stile
manageriale o un semplice formalismo, bensì è un modo efficace per raccordarsi
con gli obiettivi prioritari previsti dal Quadro Strategico nazionale (QSN), da
quelli regionali (DSR) e dagli assi dei programmi operativi regionali
(FESR-FSE-FEARS-FAS) che devono concorrere alla realizzazione degli
orientamenti strategici comunitari, raccordati prevalentemente attraverso
l’Earmarking dell’Agenda di Lisbona.
Il Piano Strategico del
Territorio Castellammarese consentirà dunque di:
- definire ambiti o insiemi di progetti interessabili da Piani Integrati di Sviluppo Urbano e integrare tra loro le attività progettuali presenti sul territorio. Il PO FESR Sicilia, infatti, stabilisce che “ciascun Piano Strategico Urbano dovrà identificare e definire i Progetti Integrati di Sviluppo Urbano che ne costituiscono la struttura portante";
- guidare e dare priorità all’allocazione dei finanziamenti della nuova programmazione (gli ambiti tematici individuati nei documenti preliminari del PSTC dovranno essere già collegati al PO FESR Sicilia).
A questo fine le Delibere
C.I.P.E. n. 20/2004 e la n. 35/2005 destinano risorse per interventi nei Comuni e nelle aree metropolitane del Mezzogiorno e per la redazione di Piani
strategici.
Non a caso già diversi
comuni limitrofi si sono dotati di un Piano Strategico che ha consentito anche
di accedere a risorse aggiuntive per le casse comunali:
- Alcamo, ha ottenuto un finanziamento CIPE di 255.000€,
- territorio Agro-ericino, ha ottenuto un finanziamento CIPE di 294.000€ (visto che CMare era contemplata in questo Piano Strategico, sarebbe curioso sapere cosa ne è stato di queste somme e quanto è andato a diretto beneficio di Castellammare),
- Palermo, ha ottenuto un finanziamento CIPE di 480.000€,
- Sciacca (Comune capofila), ha ottenuto un finanziamento CIPE di 500.000€,
- Agrigento, ha ottenuto un finanziamento CIPE di 295.000€.
Quindi, il Piano
Strategico del Territorio Castellammarese:
- traccia le direttrici di sviluppo del territorio;
- rilancia il ruolo di Castellammare come Amministrazione guida per lo sviluppo del territorio (protagonisti e non più antagonisti);
- consente di fare da coagulante tra diversi stakeholders pubblici a privati per capire quali sono le priorità e quali sono le risorse da impegnare;
- porta nuove risorse economiche sia direttamente (può essere finanziato da Cipe) sia indirettamente (tutti gli economics che sono alla base delle iniziative di sviluppo contenute nel Piano).
Beh, se ci sono solo
benefici e qualche sforzo intellettuale per generare un Piano fatto bene, cosa
aspettiamo? Lavoriamo su questo !!!
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