martedì 22 gennaio 2013

Castellammare: il SUAP come motore per lo sviluppo del territorio




I territori cercano, con crescente attenzione, di attuare strategie imprenditoriali di differenziazione delle aree concorrenti. In particolare si sforzano di creare le condizioni migliori per attrarre nel proprio territorio attività economiche che producano ricchezza o per favorire lo sviluppo di quelle esistenti.

Come abbiamo già anticipato nel nostro post “Castellammare, una strategia per guidare losviluppo del territorio”, il marketing territoriale rappresenta un valido riferimento metodologico per l’indirizzo strategico dell’area castellammarese.

In questo ambito, assume un ruolo di rilievo lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP). La situazione a Castellammare, dai racconti che abbiamo potuto raccogliere da alcuni importanti imprenditori sul territorio (autoctoni e non) è a dir poco lacunosa.

In questo post vogliamo dare alcune linee guida per il rilancio dello Sportello, affinchè abbia e consolidi un ruolo di attore primario nell’indirizzo e nello sviluppo dell’economia castellammarese. 

Ovviamente, nel dare alcuni spunti di riflessione, sappiamo perfettamente che “la mappa non è il territorio”, ossia è necessario avere degli strumenti di semplificazione della governance territoriale ma ancora più importante è avere soggetti attratti per investire nel territorio. Sulle modalità di attrazione dei capitali “esteri” e sugli strumenti di fundraising, dedicheremo un apposito post (o si accettano suggerimenti anche dai nostri affezionati lettori).

Ma come vogliamo rilanciare il SUAP. Bene, di seguito alcune semplici domande per indirizzare l’evoluzione dello Sportello Unico.

Cosa dovrebbe essere il SUAP di Castellammare? Il SUAP, a nostro modesto parere, dovrebbe agire come:
  • Efficiente coordinatore: essere un Ufficio che opera come punto di partenza e di arrivo di tutti i processi che portano l’imprenditore ad avviare un’attività imprenditoriale; a trasformare e modificare l’attività imprenditoriale; a dismettere o cessare l’attività;
  • Promotore: organizzazione impegnata nella promozione dell’immagine del territorio castellammarese, affinchè si abbia una regia per la messa in atto di iniziative per attrarre investimenti ed l sostegno dell’imprenditorialità locale;
  • Informatore: Ufficio preposto anche alla fornitura di informazioni sul quadro normativo-economico-territoriale dell’ambito di riferimento (es: info sulle procedure autorizzatorie e sugli adempimenti normativi, info sui vincoli e le opportunità del Piano Regolatore, gli obiettivi del Piano di Esecuzione Gestionale, le linee guida dei Piani di Sviluppo Territoriale, etc.). l’Ufficio non deve essere uno “sbriga pratiche” o almeno non deve tendere ad essere solo quello, bensì deve anche consolidare una capacità di sostegno all’economia locale (intendendo un territorio esteso che va anche oltre i confini castellammaresi… ricordate, essere cabina di regia dell’intero Golfo ?!);
  • Consulente: organizzazione preposta all’attività di pre-verifica della richiesta dell’utente, nei suoi contenuti tecnici e giuridici, volta a fornire consulenza sulla correttezza e conformità dei progetti presentati.




Chi dovrebbe gestire il SUAP di Castellammare?
Le modalità di gestione del SUAP possono essere delle più disparate. Ci sono molti esempi su scala nazionale, da cui vogliamo trarre alcune opzioni organizzative che ci sembrano essere attuabili a Castellammare:
  1. Ufficio di programmazione economica: unità interna all’Amministrazione, con personale dedicato nell’ambito del più ampio ufficio che si occupa di Programmazione Economico-Finanziaria del Comune. Questo consentirebbe una maggiore vicinanza alle scelte strategiche per il paese, con una catena più diretta di trasmissione tra priorità della politica e sviluppo del territorio (e quindi necessità dell'imprenditoria locale).
  2. Ufficio ad hoc nell’ambito di un Assessorato allo Sviluppo del Territorio: unità interna all’Assessorato con l’obiettivo di definire le politiche di sviluppo del territorio. In questo ambito, il SUAP opererebbe come longa manu dell’Assessorato nell’indirizzare l’attuazione delle politiche di sviluppo del Territorio. Le politiche di coesione territoriale e sviluppo integrato dell’economia castellammarese sarebbero garantite dal Piano di indirizzo che dovrebbe essere la linea guida strategica del SUAP che agisce come autorizzatore e monitore dell'attuazione delle azioni di sviluppo territoriale.
  3. Cooperativa di sviluppo territoriale: unità esterna all’Amministrazione con controllo interamente pubblico. La cooperativa garantirebbe maggiore flessibilità nella gestione del personale che potrebbe essere misto:

o   Personale pubblico: magari giovani risorse con una spiccata propensione all’imprenditorialità che prestano lavoro socialmente utile presso l’Amministrazione (ovviamente debitamente formato)
o   Personale “arruolato” a chiamata, scegliendo tra un panel di professionisti pre-qualificati che fanno parte di una Lista di eccellenze, che a titolo gratuito (o rimborso spese), prestano il loro contributo per lo sviluppo del territorio castellammarese.

La cooperativa, a diretto riporto degli organi dell’Amministrazione, potrebbe agire come “service” per erogare consulenze, gestire l’istruttoria di alcune pratiche di apertura/modifica attività imprenditoriali, agire come punto informativo e di controllo del rispetto della normativa in materia di impresa.

Comunque tutte le opzioni, andrebbero a valorizzare il personale ad oggi presente presso l’Amministrazione che richiede una migliore qualificazione delle competenze ed un rinnovato rilancio motivazionale.

Come il SUAP può essere un anello importante della catena di sviluppo del territorio castellammarese?

In primis il SUAP si dovrà dotare di strumenti e metodologie per misurare il “buon governo dell’imprenditorialità”, attraverso l’elaborazione di indicatori che siano in grado di sintetizzare, a livello comunale:
  • l’attenzione verso le esigenze e i fabbisogni del mondo imprenditoriale;
  • l’implementazione e la qualità delle politiche a favore dell’imprenditorialità 

Gli indicatori di buon governo o good government, consentono di misurare se esiste minore ma più efficiente burocrazia, minor interventismo minore regolazione e minor peso del settore pubblico in campo economico, capacità ed efficienza nella fornitura di beni pubblici.

Quali indicatori di buon governo per l’imprenditorialità castellammarese?
A livello internazionale gli indicatori che misurano le iterazioni fra pubblica amministrazione e imprese trovano fondamento sul presupposto che un buon governo nei confronti dell’imprenditorialità coincida con un atteggiamento che sia il meno interventista possibile (meno regolazione, meno procedure, meno tempi e costi improduttivi).
Il ruolo della PA è associato alla presenza di un onere di regolamentazione del mercato (administrative and regulatory burdens) a carico delle imprese e, quindi, un costo per il sistema.

Il non interventismo (meno “lacci” o red tape) è solo un aspetto del buon governo. Ulteriori aspetti di notevole rilievo riguardano:
  • l’atteggiamento e l’attenzione che le amministrazioni pongono nei confronti delle esigenze imprenditoriali;
  • la loro capacità di implementare le politiche introdotte e di porre in essere azioni coerenti con i fabbisogni delle imprese;
  • la qualità e l’efficienza dell’intervento pubblico.

 Concretamente, il set di indicatori utilizzabili, dovrebbe:
  • essere in grado di catturare i comportamenti pro-active a favore delle imprese da parte dell’Amministrazione comunale (es. finanziamenti disponibili, sgravi fiscali,e tc.);
  • avere una dimensione territoriale (es. comune, comuni del Golfo di castellammare).

Per catturare i comportamenti pro-active, il set di indicatori elementari da individuare deve soddisfare almeno una delle due caratteristiche:
a) devono essere in grado di individuare l’attenzione che l’Amministrazione castellammarese riserva alle azioni in grado di facilitare lo svolgimento delle attività imprenditoriali e migliorarne la competitività;
b) devono essere in grado di misurare l’effettiva implementazione delle funzioni attribuite al Comune e l’efficacia e la qualità con cui esse sono svolte.

Un esempio pratico dei suddetti indicatori:

     1) Indicatori di “Attenzione Istituzionale”;
     2) Indicatori di “Capacità Istituzionale”;
     3) Indicatori di “Qualità”.

1.    Indicatori di Attenzione Istituzionale: Attraverso gli indicatori di attenzione istituzionale si intende misurare la priorità e la rilevanza, da un punto di vista normativo e/o finanziario, che l’Amministrazione locale riserva alle azioni in favore dell’imprenditorialità. Per alcuni indicatori, che riguardano aspetti di tipo amministrativo/normativo, l’attenzione istituzionale sarà misurata attraverso il grado e la tempestività con cui l’Amministrazione locale è intervenuta nell’introdurre strumenti o normative in materia di attività. Per altre tipologie di indicatori, l’attenzione istituzionale sarà invece misurata attraverso variabili finanziarie, quali, in particolare, l’ammontare di risorse che l’Amministrazione locale han destinato per azioni in grado di agire positivamente sulle attività imprenditoriali (es. popolazione o imprese) residente nel Comune in cui è stato introdotto lo SUAP/totale popolazione comunale)

      Indicatori di Capacità Istituzionale: Per capacità istituzionale si intende la capacità da parte dell’ Amministrazione locale di implementare e rendere operativi gli strumenti e le normative introdotte (es. Risorse comunali per formazione personale e per attivazione- potenziamento SUAP/Totale risorse comunali).
      
      Indicatori di Qualità: Per qualità si intende l’efficacia con cui sono attuate dall’ Amministrazione locale le azioni a favore delle attività imprenditoriali (Tempo medio comunale per la conclusione del procedimento unico).

Quindi, per ricapitolare, a nostro parere il SUAP avrebbe bisogno di:
  • una nuova cultura di supporto alle imprese;
  • un nuovo ruolo e vision che gli consenta di essere volano di sviluppo delle politiche territoriali e più in generale valido ausilio all’imprenditoria castellammarese;
  • una nuova organizzazione che consenta di equilibrare le priorità di sviluppo del territorio alle priorità dell’imprenditoria che intende radicarsi sul territorio;
  • personale qualificato;
  • strumenti per misurare il proprio operato e soprattutto per migliorare lo sviluppo che riesce a portare sul territorio (essere misurati è sempre un buono stimolo per lavorare meglio).


Sembra difficile, ma non lo è ….. basta cominciare per rilanciare il nostro territorio. 


Che ne dite ? Lavoriamo insieme per migliorare Castellammare del Golfo.

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